martedì 19 luglio 2011

Gestione del chaos e Inoculazione di stress

L'apprendimento di un arte marziale deve essere la via attraverso la quale si impara a gestire il chaos del combattimento.
Il metodo di insegnamento è quindi critico perchè si cerca di intrappolare attraverso schemi precisi di tecniche ciò che per natura è fluido ed imprevedibile.
Le dighe sono tra le opere più difficili da realizzare proprio perchè, come ci insegnava il mio professore di scienze delle superiori, "l'acqua passa sempre: non si può bloccarla ma si può decidere dove farla defluire". Lo stesso concetto è insegnato in molte arti marziali.
Come se non bastasse lo stress a cui siamo sottoposti durante uno scontro reale complica ulteriormente le cose azzerando la motricità fine e degradando la capacità decisionale, entrambe conseguenze dell'incremento del battito cardiaco di cui parlerò in un post dedicato.
Per questo in una situazione di forte stress l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è poter scegliere:
imparare troppo tecniche senza studiarne il contesto di applicabilità può essere controproducente.
Meglio saper eseguire 3 tecniche nel giusto contesto spazio-temporale che conoscerne 100 e nel momento della verità fermarsi a pensare "qui è meglio la 37° o la 81°?"
La legge di Hick dice che se le risposte possibili aumentano da una a due il tempo di reazione aumenta del 58% [1]
Mi rendo conto che può essere facile farsi prendere dall'entusiasmo quando ci si approccia ad un'arte marziale completa e complessa come il Kali ma bisognerebbe dare tempo al cervello di interiorizzare le tecniche prima di aggiungerne altre e in questo può fare la differenza il metodo di insegnamento, che dovrebbe prevedere sempre l'inoculazione di stress, tanto decantata da Dave Grossman in "On Combat".
Recenti studi indicano che è più facile riprodurre un task se le condizioni ambientali e psicofisiche sono le medesime di quando si lo si è appreso.
Estremizzando il concetto e usando le parole di un mio caro amico ingegnere dell'ETH potremo dire che "se imparo il francese da ubriaco lo parlerò meglio quando sarò nuovamente ubriaco".
Per questo ho ritenuto molto istruttiva una lezione di Krav Maga che ho seguito l'anno scorso, non tanto per le tecniche viste, a mio avviso lacunose e poco applicabili in un contesto reale (probabilmente per mancanza dell'istruttore e non di certo di un problema intrinseco del sistema usato da uno degli eserciti più addestrati del mondo), ma per l'uso della luce soffusa, della musica alta, degli esercizi a occhi chiusi con scambio di compagno ad insaputa del praticante, degli attacchi imprevedibili durante camminate caotiche di tutti i partecipanti (cosa che ho rivisto su un dvd molto istruttivo di CQC di Joe Hubbard)

Purtroppo per noi la gestione di uno scontro reale e caotico diventa rischiosa se non si ha un adeguato grado di conoscenza della tecnica. Come in molti casi anche qui in medio stat virtus.
L'approssimazione di un sistema caotico soffre del trade-off tra l'accuratezza e la velocità del calcolo.
Immaginiamo di dover percorrere le infinitamente frastagliate coste di un frattale a bordo di una barca:
Se ci avviciniamo troppo alla costa il nostro viaggio sarà molto più lungo e le manovre dovranno essere molto più numerose, mentre se restiamo al largo perderemo di vista il nostro obiettivo.
Se invece sapessimo dove si trova l'obiettivo potremo stare al largo fino ad un certo punto e poi immergerci nella costa frastagliata solo al momento giusto. Per farlo ci serve una formula: nell'esempio fornita da Mandelbrot [2]
e nel nostro caso fornita dal corretto allenamento di un arte marziale.

Conclusione
Il metodo di allenamento che consiglio è quello in cui si presenta la tecnica con il metodo globale, analizzando il contesto di applicabilità e lo scopo.
Successivamente si devono curare i dettagli con il metodo analitico, spezzettando la tecnica e analizzando i movimenti singoli e le loro motivazioni.
Infine si deve tornare a studiarla globalmente in dinamica con l'inoculazione da stress in modo da interiorizzarla.

Note:
[1] Legge di Hick [↩]
[2] Insieme di Mandelbrot [↩]